
Due mesi in cammino lungo la Via Francigena nell’anno della pandemia 2020
Articolo tratto e tradotto da Travel+Leisure NY a cura di Alisha Prakash (link)
Questa fotografa ha percorso quasi 900 miglia in giro per l’Italia: ecco cosa ha imparato sul suo paese, sulla gente e su se stessa.
Beatrice Moricci ha trovato un regalo improbabile avvolto nel caos della pandemia globale del coronavirus: la libertà.
Fotografa di matrimoni italiani e stranieri, Beatrice è abituata a spostarsi molto d’estate per lavoro. “I miei clienti provengono principalmente dall’estero e amano sposarsi in italia e in particolare nella splendida campagna toscana quindi viaggio e visito spesso questi luoghi per lavoro ma transito sempre di fretta”, dice. “Matrimonio dopo matrimonio ho però sentito il desiderio di visitare quei luoghi più lentamente”
A marzo, quando la vita si è bruscamente fermata in Italia e nel mondo, Beatrice, come molti altri fotografi, si è vista cancellare o rinviare quasi tutti i suoi matrimoni e si è ritrovata l’estate libera per la prima volta in dieci anni di attività. Ha fatto l’unica cosa che poteva in questa situazione: mettere un piede davanti all’altro.
Trasformando la crisi in opportunità, come dice lei, Beatrice ha deciso di percorrere la Via Francigena italiana per due mesi a partire da fine giugno, una volta che le restrizioni si erano ridotte e la circolazione tra regioni consentita.
Sx: un tratto di bosco tra Toscana e Lazio. Dx: un vecchio acquedotto a Minturno, Lazio
“Ho iniziato a pensare alla meditazione del camminare, il modo più lento di viaggiare e conoscere certi luoghi”, dice. “La pandemia ci ha costretti a rimanere a casa, a mantenere le distanze sociali ed essere scettici nei confronti degli altri… Volevo sovvertire tutto questo e tornare alle basi – avventura, natura, incontri, libertà – portando l’essenziale sulle spalle… nel modo più semplice e antico: camminando”
Risalente al Medioevo, la Via Francigena si estende per circa 2.000 chilometri da Canterbury, in Inghilterra, alla Città Eterna di Roma e prosegue adesso fino a Santa Maria di Leuca. Partendo dal nord-ovest dell’Italia – il Colle del Gran San Bernardo vicino al confine con la Svizzera – Beatrice ha camminato per 1.400 chilometri rimanendo all’interno dei confini italiani e spostandosi attraverso Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e infine Puglia per giungere a Santa Maria di Leuca dove l’Adriatico incontra lo Ionio. (Gli ultimi 400 chilometri in Puglia ha deciso di farli con una bicicletta tipo Graziella).
Sx: nella campagne tra Puglia e Campania. Dx: “Il giardino dei bambini”, Castelluccio dei Sauri, Puglia
“Ho scoperto la bellezza e l’importanza di rallentare, di attraversare lentamente i luoghi e farmi veder arrivare, gentilmente, dalle persone dei paesi”, dice. “Di solito ci spostiamo dall’interno verso l’interno, dalla casa all’ufficio, dalla casa ai negozi usando l’esterno come luogo provvisorio, ma camminare ti consente di spostarti dall’esterno all’esterno usando adesso l’interno come transito momentaneo”.
Terme di Bagnaccio, Viterbo. Antonio si sente meglio dopo avergli medicato le vesciche
Sentieri di montagna; mulattiere; strade rurali; strade sterrate fiancheggiate da cipressi; strade di ciottoli e altre con antichi basolati come la via Appia e la via Traiana; campi di mais, riso, pomodori, pesche e prugne; vigneti; uliveti secolari; boschi, noccioleti, e sentieri costieri lungo l’Adriatico che si affacciano sulle montagne dell’Albania.
Paolo, che fa il pastore da 50anni, produce latte a Sezze, Lazio
Beatrice aveva camminato solo 2 settimane l’anno prima ma non si considera particolarmente atletica. “Non sono una persona molto sportiva”, dice, spiegando però che per un mese prima di partire ha camminato dai 10 ai 15 chilometri ogni giorno per allenare le sue “gambe, scarpe, mente e immaginazione”. Nei giorni precedenti la sua partenza Beatrice dice di sentirsi sia nervosa che eccitata – “insicura di partire e impaziente di iniziare”. Aggiunge: “I miei genitori e alcuni amici mi hanno scoraggiato – non hanno capito la mia scelta e il fatto di andare da sola, soprattutto in questo periodo”. Ma come avrebbe presto scoperto Beatrice, non sarebbe stata sola per tutto il tempo.
Sermoneta. Maria e Luigino sono sposati da 60anni. Dicono che la formula dell’amore duraturo è di saper tacere dopo che si litiga.
Certo, ci sono state lunghe ore solitarie nella natura, ma Beatrice ha incontrato anche molte persone lungo la strada. “Non mi sono mai sentita sola”, dice. “La Via Francigena non è un percorso a piedi nel deserto o in alta montagna. Il punto di partenza e di arrivo è sempre in un paese – piccolo o grande – e il viaggio attraversa campi, boschi, sentieri di montagna e paesi a volte. Capitava di incontrare persone che lavoravano nei campi o gente del posto che faceva due passi”. Salutando sempre le persone che incontrava, Beatrice ha scoperto che erano amichevoli e interessate a conoscere il suo viaggio. E in un momento in cui le interazioni fisiche dovevano essere evitate, le veniva dimostrata invece accoglienza e gentilezza.
Racconta alcuni incontri memorabili: uno con un uomo che lavorava in un campo in Puglia, che curioso l’ha fermata e si è commosso del coraggio e dell’energia di Beatrice nel camminare da sola, e un altro con Antonio, un sarto in pensione di Monopoli di 81 anni che le ha offerto una riparazione e invitata a tornare. Ha incontrato anche due suore, Cristina e Rosangela, che da anni desideravano lasciare la loro comunità e vivere in montagna e ora risiedono all’Eremo di Perloz producendo miele, curando il loro orto e ospitando occasionalmente pellegrini come Beatrice.
Sx: Un mattino all’alba di Cannole, Puglia. Dx: Antonio usa l’aratro a mano siccome i carciofi sono delicati, dice. Brindisi, Puglia
“Ho scoperto l’intensa, pura e naturale relazione uno-a-uno tra gli esseri umani. Soprattutto in questo periodo storico di pandemia e allontanamento sociale, abbiamo bisogno di trovare le nostre radici più profonde, i nostri atti più semplici, la nostra umanità ed apertura verso gli altri”, dice. “Molte persone lungo la strada erano disposte ad aiutarmi, a parlare con me, offrendomi un bicchiere d’acqua o un caffè, un pezzo di torta, un pasto, un passaggio, o semplicemente regalandomi buone parole o chiedendomi il numero di telefono per chiamarmi ed assicurarsi che stavo bene e poterli richiamare in caso di bisogno”.
Teo e i suoi amici 17enni dormono in un campo di un contadino alle porte di Roma.
Anche la natura offriva una fonte di conforto, oltre che di nutrimento ed energia. “La natura è un’osservatrice, una consolatrice silenziosa”, dice. “La natura non ha bisogno di noi, e soprattutto in questa pandemia ci ha chiaramente mostrato come può vivere ancora meglio senza di noi. Dovremmo essere molto grati alla natura ed imparare da lei. Fruirne è un privilegio”.
Riserva Naturale di Torre Guaceto, Brindisi, Puglia
Per quanto riguarda gli alloggi, Beatrice ha sfruttato al massimo la sua “credenziale del pellegrino”, un documento personale che garantisce l’accesso a prezzi contenuti alle strutture affiliate lungo il percorso, inclusi monasteri, bed and breakfast e altri rifugi. “Alla fine di giugno e luglio, gli alloggi non erano mai pieni se pur avessero ridotto il numero di persone, quindi non mi sono mai sentita in pericolo”, dice. “Ho avuto l’opportunità di dormire nei locali delle chiese più belle, a volte anche in modo gratuito, nel cuore di città come Lecce, Pietrasanta e Brindisi”.
Sx: La cena preparata dalle suore all’Eremo di Perloz, Valle d’Aosta. Dx: Tramonto fuori dalla conunità Exodus a Garlasco, Lombardia
Certo, il viaggio di Beatrice non è stato privo di imprevisti: un temporale a 3 giorni dalla partenza nei boschi della Valle d’Aosta, incontri continui con cani randagi nelle campagne tra Campania e Puglia, perdersi in un campo di mais senza connessione internet né persone, e, naturalmente, il sentirsi a volte vulnerabili da soli in un momento dove anche i pellegrini, soprattutto in certi tratti, scarseggiavano. “Camminando da sola ho imparato a contare ancora di più su di me nei momenti difficili”, dice. “Ho imparato che la maggior parte delle volte è la nostra mente a bloccarci – prima di partire ero nervosa, dubbiosa. Avevo bisogno di quel primo passo… per dissolvere tutte le mie paure. ”
Ora che Beatrice è tornata a casa può riflettere e rivivere la sua esperienza grazie anche alle cartoline che si inviava a casa. “Questa esperienza, nel periodo storico della pandemia, consisteva nel trovare il mio ‘Medioevo’ – fare cose semplici come camminare, incontrare persone, parlare e ascoltarle, contemplare la natura e sentirmi coinvolta in essa, svegliarmi all’alba e andare a letto al tramonto”, dice Beatrice.
Sx: Il fiume Dora al confine tra Valle d’Aosta e Piemonte. Dx: Cartolina da Ivrea
Poiché il futuro in tutto il mondo continua a rimanere incerto, Beatrice ha anche imparato meglio come abbracciare il presente. “Ho imparato a guardare al singolo giorno – alle ore successive, al momento in cui mi trovavo”, dice. “Ho confermato che non è la destinazione ma il viaggio che vale la pena. Il fare quotidiano è più importante del risultato… Ogni giorno ho incontrato persone meravigliose e visto posti incredibili. Il cammino ti insegna come goderti il momento in cui sei, il presente, perché sei solo di passaggio e domani sarà un altro giorno con un’altra destinazione “.
E in un momento in cui siamo tutti a casa, scoprendo (e riscoprendo) angoli dei nostri cortili e assaporando le gioie vicine, Beatrice ha ricordato soprattutto la bellezza del popolo italiano: “Ho gioito del grande cuore degli italiani, della loro curiosità di accogliere persone come me lungo la strada, le esperienze che hanno voglia e bisogno di condividere, l’orgoglio che hanno di vivere in questo Paese e il loro desiderio di libertà e coraggio “.
Alisha Prakash è l’editore digitale senior di Travel + Leisure. Newyorkese in tutto e per tutto, è stata coinvolta in una storia d’amore tra le grandi città e i grandi spazi aperti. Segui le sue avventure su Instagram su @alishaprakash e Twitter su @alishasays.
Alcuni dei ritratti-cartolina dei personaggi incontrati lungo l’Italia facenti parte del mio progetto 2021 sul cammino (work in progress)